L’AFSAI interviene a TGCom24 in merito all’impatto della Brexit sugli scambi scolastici in Inghilterra.
E’ prematuro, in questo momento, comprendere quelli che saranno gli effetti reali della Brexit sui programmi scolastici in Inghilterra e in Gran Bretagna in generale. Pur registrando una lieve inflessione dei numeri per quest’anno, riteniamo che l’affluenza di Italiani per motivi di studio nel Regno Unito, specialmente nel periodo estivo, non subirà delle battute di arresto. L’importanza dell’apprendimento della lingua inglese e la necessità di sperimentare esperienze internazionali non fermeranno certamente i giovani e le famiglie italiane. Oltretutto, alla GB interessa mantenere questo flusso di persone perché crea un indotto economico di forte rilevanza.
Attualmente inviamo ragazzi in molti paesi, anche al di fuori dell’Europa, e le questioni di visto per motivi di studio (se ben regolamentate) non sono mai state un ostacolo. Quindi ci aspettiamo che anche per la Grant Bretagna si creino le giuste condizioni per continuare un lavoro che ha una valenza sociale e di formazione importantissima.
Tuttavia, è opportuno distinguere tra coloro che si recano in Gran Bretagna per studiare in forma occasionale e coloro che invece decidono di intraprendere un percorso di studio più lungo come l’Università. In questi ultimi casi potrebbero esserci dei problemi, che non è possibile al momento definire bene. Ad esempio il prestito per gli studenti (Students Loan) all’Università potrebbe essere un benefit non più disponibile per i cittadini non britannici. Per il 2017 è stato comunque confermato.
Siamo invece preoccupati per tutte quelle organizzazioni nostre partner che sono attive nell’ambito di programmi europei come l’Erasmus+, perché il loro accesso a questi finanziamenti al momento è davvero un’incognita.
Aspettiamo dunque di capire cosa accadrà nei prossimi mesi per comprendere meglio il reale impatto della Brexit nel settore degli scambi scolastici.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]