Perché in Giappone, perché per un anno intero?

Per conoscere un popolo gentile e fiero, custode di una cultura antica, ricca di tradizioni e riti affascinanti. Una cultura che si coniuga con modernità, innovazione e un livello altissimo in ambito tecnologico.

Il Giappone, quello che conosciamo attraverso il cinema, ci rimanda immagini contrastanti.

La calma e la pace caratterizzano le zone di campagna con le risaie, i templi e le pagode che sembrano essere fermi nel tempo.

Nelle città modernissime c’è invece un formicolio inarrestabile di mezzi e persone che si spostano a piedi o in bicicletta. Vivono in appartamenti sempre più piccoli dove spesso tornano solo a dormire, dopo una giornata trascorsa al lavoro o a scuola.

Oggi sono tanti gli Italiani che per motivi di studio o lavoro si trovano spesso in Giappone o addirittura ci vivono. Alcuni raccontano sui blog e su youtube la loro esperienza, l’adattamento a uno stile di vita diverso dal nostro che puoi imparare a conoscere (ancora prima di partire) e in cui ti puoi integrare.

Le tradizioni antiche come quella del tè o l’ikebana rimandano alla lentezza, al silenzio. Convivono con la frenesia del mondo del lavoro che ha portato il popolo nipponico ai primi posti nel progresso tecnologico e nell’economia mondiale.

Il popolo giapponese è descritto come gentile, formale, fiero e molto religioso.

Le città sono molto ordinate, i mezzi pubblici efficientissimi, gli spazi comuni puliti e curati.

Il sistema scolastico giapponese è diverso dal nostro; frequentando la scuola per un anno intero apprenderai anche le arti tradizionali come la calligrafia, la cerimonia del tè, l’ikebana (l’arte di disporre in una composizione i fiori recisi). Potrai fare judo o imparare a indossare il kimono, l’abito tradizionale giapponese.

In Giappone per un anno intero

Se hai scelto il Giappone per il tuo anno di scuola all’estero, ti conviene iniziare subito a studiare la lingua e le tradizioni locali, perché questo renderà più facile fare amicizia e anche l’inserimento in classe: l’emittente pubblica nazionale giapponese propone Easy Japanese, un corso di lingua on line e del tutto gratuito, con video, audio, esercitazioni e verifiche, sempre aggiornate.

Ma la tua prima scuola sarà la famiglia che ti ospita. Con loro imparerai a parlare in giapponese e a conoscere le regole di comportamento (per es. come stare a tavola, come salutare). Conoscerai i costumi moderni e le tradizioni antiche.

A tua volta preparati a raccontare le tradizioni del tuo paese e le abitudini della tua famiglia; mantieni la consapevolezza del privilegio di poter conoscere un paese nuovi all’interno di un contesto familiare: sarà proprio la “tua” famiglia, a rendere speciale il tuo anno all’estero.

Cosa vedere in Giappone

Qualunque sia la città in cui abiterai, sappi che puoi contare su un sistema di trasporti capillare e sarà facile spostarti dalla tua città per visitarne altre.

Tra le città moderne c’è prima di tutto la capitale, Tokyo (ti segnaliamo gotokyo per scoprirla pezzo per pezzo, comprese le zone periferiche, il lungomare e le isole) e poi Osaka, terza in ordine di grandezza, è considerata il centro commerciale del Paese.

Nagoya, la quarta città più popolosa del Paese, ha oltre due milioni di abitanti, quasi lo stesso numero di Roma in un territorio quattro volte più piccolo.

Sono state dichiarate patrimonio mondiale dell’umanità, Kyoto e Nara, dove vedrai i famosi templi, tra i luoghi più suggestivi al mondo.

Altre città da vedere sono Kobe (uno dei principali porti del Giappone per secoli) e Himeji, vicina a Kyoto, dove vedere i ciliegi in fiore, in primavera.

Hiroshima è la città tristemente famosa, insieme a Nagasaki, perché sono state rase al suolo dalla bomba atomica, durante la seconda Guerra Mondiale. All’interno del Memorial Park c’è un museo in cui si racconta la storia della città e la devastazione causata dalla bomba atomica.

Miyajima, il cui nome significa “santuario-isola”, è famosa per il torii rosso costruito sull’acqua dell’oceano. Infine vale la pena vedere le installazioni del museo d’arte contemporanea di Kanazawa, come “The Swimming Pool” di Leandro Erlich, la piscina in cui si può entrare vestiti e altre opere interattive. [/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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